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Lasciare un lavoro che ti fa stare male per inseguire un sogno

 

 

Ne avevamo già parlato in altri articoli su alcune scelte di vita e su come si possa vivere felici senza accumulare tanto denaro; la routine, un lavoro che non ci soddisfa pienamente, la consapevolezza che il tempo sta passando portandoci via i sogni del cassetto.

Queste e altre ragioni che ci fanno dubitare sull’attuale stile di vita, tanto da pensare di licenziarsi perchè il lavoro ci fa stare male e cambiare vita per inseguire un sogno.

I dubbi persistono e la paura di mollare un lavoro, un posto fisso con stipendio a fine mese per un’incognita spaventa tutti. E se poi mi pento? Se non ho molti soldi da parte?

E’ il caso di riflettere e, per far questo, l’invito è leggere la storia qui sotto di chi ha veramente smesso di lavorare e ha “ceduto alla tentazione” di vivere 365 giorni l’anno.

Stavolta non si tratta di una persona di altra cultura, religione o chissà cosa; è un italiano, classe 1977.

Il suo pensiero lo porta ad un cambiamento radicale di vita. Oggi non fa più l’ingegnere.
Per capire come ha fatto e capire bene il significato del titolo di questo articolo, riportiamo un suo discorso fatto al seminario tenuto a Stoccolma al KTH Royal Institute of Technology.

L’inizio del cambiamento

 

Mi chiamo Francesco Grandis, un buon amico di Damiano, come ha detto e sto viaggiando.

Avrete già visto dal titolo di questo seminario che sono un nomad worker (nomade digitale) e condividerò con voi la mia esperienza.

Damiano crede che sia importante farlo, e io lo spero davvero perchè sto attraversando un processo nella mia vita che è sicuramente molto importante per me e spero veramente che anche se non vi dirò nessuna verità, quelle le lascio ai religiosi vi racconterò qualcosa che potrebbe muovere qualcosa dentro di voi, qualche ragionamento, qualche pensiero che può essere utile. Lo spero davvero.

 

Ma cominciamo dal principio. Ho iniziato come Damiano come ingegnere elettronico, mi sono laureato, con specializzazione in “sistemi di controllo” ma invece di continuare a studiare ancora, ho deciso di cercare un lavoro. E l’ho trovato un lavoro non male.

Non straordinario, ma era legato a quello che avevo studiato e nel mio paese qualche volta questo è difficile.

Lo stipendio era nella media ma, di nuovo, nel mio paese è normale non avere stipendi molto alti.

Stavo lavorando in impianti industriali robotici, niente di realmente sofisticato, perchè i robot erano molto vecchi l’hardware era vecchio, ma quello che stavo facendo era sofisticato, perchè, visto che gli strumenti erano limitati dovevo trovare un modo di superare quei limiti, e questo era abbastanza creativo.

 

Ma un giorno ho sentito che c’era qualcosa di sbagliato; posso dirvi tante ragioni sul perche’ ho lasciato il mio lavoro.

Ho iniziato ad annoiarmi, non c’era più niente di creativo da fare non ero pagato a sufficienza per quello che pensavo essere il mio valore.

Io penso che la maggior parte di voi conosce già questo tipo di cose.

Almeno un giorno nella vostra vita avrete pensato esattamente le stesse cose, che non stavate facendo le cose giuste.

Spero di no, ma probabilmente è cosi’, no?

 

La decisione di cambiare lavoro

Ma in realtà la ragione vera per cui ho mollato il lavoro era un’altra, non erano i soldi, non era… Un giorno mi sono svegliato e avevo 33 anni, e la notte prima ne avevo 30! Il tempo stava passando cosi’ velocemente!

Wow, sono passati tre anni, e cos’ho fatto?” E non mi ricordavo, come se non avessi nessun ricordo di quello che avevo fatto nei tre anni precedenti.

Certo, avevo ricordi dei posti in cui avevo lavorato, dei vari impianti..

Era divertente in realtà, stavo lavorando li, ho ricordi di quei posti ma non avevo ricordi del resto della mia vita.
Tre anni erano passati.

Mi sono guardato allo specchio e avevo nuove rughe sulla pelle.

Avevo capelli bianchi, e meno capelli ovviamente.

Cosa sta succedendo qui? C’e’ qualcosa che non va.

Tre anni sono passati e non mi hanno lasciato niente tranne rughe e questo tipo di ricordi?

Ho cominciato a fare delle domande a me stesso e agli altri:
“Cosa ne pensate voi?”
“Eh, la vita e’ così, amico. E’ così che va!”
Ma no, non può essere. Mi avete detto: vai a scuola. L’ho fatto!
Mi avete detto: fatti una cultura. L’ho fatto!
Mi avete detto: trovati un lavoro. Ho fatto anche quello!
Mi avete detto: fatti una famiglia. Ok, li sono un po’ in ritardo…
Sono un pò in ritardo con quello, ma ci sto lavorando.
Quindi, perchè non sono felice?

Vi ricordate queste cose? Vai a scuola, trovati un lavoro, fatti una famiglia.
Qualcuno ve le ha dette?
Ma io non ero neanche un pò più felice.
“Sono nel mezzo del processo, perchè non sono più felice?

Quindi ho cominciato a farmi delle domande e un giorno, lo ricordo chiaramente, stavo guidando da qualche parte e ricordo una canzone alla radio.
Ho dovuto accostare a lato della strada e ho iniziato a piangere, senza ragione.

E mi son detto: “ok, e’ finita.

Perchè non ci sono soldi, carriere, lavori, che valgono una singola lacrima di tristezza senza ragione.
E’ finita. Fan###o!”
E mi sono licenziato. Era nell’Agosto 2009.

La decisione di viaggiare

Era l’inizio della crisi economica. All’epoca ci dicevano che sarebbe durata solo sei mesi.
Ora sappiamo che non è la verità, ma allora lo era.
Quindi mollare un lavoro sicuro, anche se era di questo tipo, o non era ben pagato, era una pazzia.

Tutti mi dicevano: “Cosa stai facendo? Aspetta altri sei mesi!”
No, non ho aspettato e sono andato contro tutti.

Anche i miei genitori erano contro di me. Beh, ovviamente si preoccupavano della mia serenità perchè se vedi tuo figlio che è triste, ti preoccupi ma mi dicevano: “Perchè non trovi un altro lavoro? Magari un po’ meglio.”

No. Mi sono licenziato e ho speso tutti i miei soldi in un giro del mondo.

Ho riempito il mio zaino… beh, in realtà ho dovuto comprare uno zaino perchè non lo avevo.

Ho comprato uno zaino, ci ho messo tutto dentro e ho viaggiato sei mesi attorno al mondo.

E ho speso tutti i miei soldi. Non avevo mai fatto una cosa simile ed è molto raro tra gli italiani, perchè gli italiani…
beh, eravamo grandi viaggiatori in passato ma è un passato molto lontano, adesso siamo turisti.

Sono stato in Inghilterra, California, Argentina, Bolivia, Perù, Cile, Isola di Pasqua, Hong Kong, Thailandia, Giappone, Cina Australia e Nuova Zelanda.
Sei mesi, molto veloce, ma volevo vedere il più possibile.

Ed è stata un’esperienza che cambia la vita. Qualcosa di cui ci si ricorda per sempre, perchè quando pensi a quello che stai facendo, a quello che stavo facendo…

All’epoca dicevano che ero folle, ma per me, dopo, era folle quello che facevano gli altri.

I motivi per cui è valsa la pena farlo

Immaginate: andate in un negozio di cellulari e avete deciso cosa volete, il cellulare perfetto per voi.
Andate lì e pagate in contanti, o carta di credito.
E il negoziante vi dice: “ok, arrivederci”.
“Cosa? Dov’è il mio cellulare?”
“Oh, glielo darò tra quarant’anni.”
“Cosa?? Cosa sta dicendo? Ho pagato adesso, lo voglio adesso”
“Oh, ma tutti i negozi fanno la stessa cosa: paga ora e il cellulare glielo diamo tra quarant’anni“.

Non voglio il mio cellulare tra quarant’anni! Ho pagato adesso e lo voglio adesso!

Il mio cellulare tra quarant’anni sarà obsoleto! Io sarò obsoleto tra quarant’anni!
Perchè questo è esattamente quello che la gente sta facendo in tutto il mondo.
Stanno pagando adesso con la loro vita, con il loro tempo, con la loro giovinezza qualcosa che forse avranno restituito tra quarant’anni, quando andranno in pensione ma saranno obsoleti a quel tempo. Ora io sono giovane, beh, relativamente.
Ora ho qualche energia, sono quasi in buona forma.

Ora se volessi andare in cima a una montagna potrei farlo ma a settant’anni… non so neanche se sarò vivo.

Quindi quello che ho fatto, quando ho iniziato a viaggiare attorno al mondo era esattamente questo: prendere la mia vita adesso.
Prendere il mio “cellulare”.

Il senso di libertà

All’inizio mi sentivo solo, vi ho detto che erano tutti contro di me ma ho capito più tardi che quello che sentivo come solitudine era in realtà qualcosa di completamente nuovo per me.

Era LIBERTA’. Era una completa sensazione di libertà, perchè non c’era nessuno che avesse il potere di dirmi cosa dovevo fare.
Stavo facendo quello che io volevo. Ed e’ stato incredibile. Ti cambia la vita, come ho detto.
Qualcosa mi è successo durante il viaggio, ve ne parlerò più tardi.
Scusate un attimo… wow, sto tremando!

Qualcosa di molto, molto importante legato alla felicità e allo scopo della vita.
Ve ne parlerò più tardi.

Per adesso vi dico che sono tornato e ho trovato qualcosa di cui avevo bisogno.
Avevo uno scopo nella vita e qualcosa da seguire ed era la prima volta, perchè all’inizio stavo seguendo la massa.
…scuola, laurea, lavoro, famiglia.. questo era la massa, stavo seguendo quella gente al massacro. Invece ho detto: no, adesso faccio qualcosa per me stesso.

Trovarsi un lavoro adatto

Ho bisogno di un lavoro, ovviamente, perchè ho bisogno di un pò di soldi ma il lavoro perfetto per me all’epoca era il nomad working.
Beh, ero un programmatore per gli impianti robotici, sono ancora un programmatore.

Invece di lavorare in impianti dove la mia presenza era necessaria sto sviluppando applicazioni web invece di essere un dipendente per una compagnia italiana sono un libero professionista e ho clienti americani una cosa buona degli americani, in confronto agli italiani, è che pagano molto di più quindi sto praticamente guadagnando il doppio adesso ma credo che avrete già capito che non parlo di soldi qui.

In realtà, invece di lavorare otto, nove, dieci ore al giorno e guadagnare il doppio lavoro semplicemente la meta’, e guadagno tanto quanto lo stipendio precedente.

Quindi siamo già arrivati ai lati positivi del nomad working o del lavoro da remoto.

Voi qui avete già preso decisioni forti nella vostra vita quindi sapete già cosa il cambiamento può portarvi.

Non siete persone statiche altrimenti non sareste qui. Forse il nomad working non è adatto a voi ma non vi voglio convincere, voglio solo ispirarvi alcuni ragionamenti che stanno dietro.

Il nomad working per me e’è solo uno strumento.
Ma nel caso foste interessati, ne parlo un po’ di più

Quindi quali sono i vantaggi del nomad working?

Primo: potete lavorare per altre nazioni, non siete limitati al vostro mercato
quindi potete prendere i soldi da qualche altra parte.
Perchè per esempio non prendere soldi dagli Stati Uniti, o Canada
o Svezia, Norvegia, Australia… posti dove il denaro e’ forte, e non spenderli
in pesos? O in baht thailandesi? E questo e’ esattamente quello che ho fatto
Dopo il giro del mondo, ho preso il mio portatile e sono andato… il primo esperimento è stato due settimane a Tenerife.
E’ stato bello, ma era solo un esperimento.
Dopo, due mesi e mezzo in sud america, un mese a Budapest, due mesi in India, e ora tre mesi qui in Scandinavia.

Negli ultimi tre anni sono stato lontano da casa portando il portatile con me, un anno Un terzo.
Credo che sia abbastanza, se pensate che un sacco di persone lavorano per undici mesi, e poi devono chiedere le ferie. “Chiedere”, capite cosa intendo?
Questo e’ un vantaggio. A me piace viaggiare… in realtà è più un bisogno…
Se vi piace viaggiare, questo è sicuramente un vantaggio.
Ma se non vi piace, se non vi va l’idea di prendere i soldi da un paese e spenderli in un altro.

Anche se, scusate, c’e’ una cosa da dire su questo… pensate a cos’è la ricchezza.
La ricchezza non e’ avere tanti soldi. La ricchezza e’ avere la possibilità di fare tante cose diverse.
Quindi, quello che ho fatto era convertire del denaro, in tempo e libertà.
Questa e’ ricchezza! Perchè ora con il mio stipendio nella norma posso essere qui.
Altrimenti sarei a casa, ma invece sono qui, sto facendo qualcosa per me stesso.

Questo seminario è importante anche per me.
Sapete quante persone sono incredibilmente ricche, e sono ancora li’
attaccate come una cozza allo scoglio. Pensate a Berlusconi!
E’ ancora li! Ed e’ un miliardario! E non se ne va!
Perchè non prendi tutti i tuoi soldi, venti ragazze, e te ne vai su un’isola?
Questo non è essere ricchi. Essere ricco vuol dire essere libero, quindi:
per la libertà avete bisogno di tempo, libertà di movimento, e un po’ di soldi, ovviamente.
E questo è il motivo per cui il nomad working mi va così bene e potrebbe esserlo anche per voi.

Ma diciamo che volete stare a casa, che avete una famiglia e non vi volete muovere.
Bene, ottimo! State a casa e guardate i vostri figli crescere.

Quanti di voi hanno avuto un genitore che non è mai stato a casa?
Io. Mio padre è un brav’uomo, ma aveva un negozio, ed era costretto a starci
quindi, è come se avessi perso mio padre per i primi quindici anni della mia vita.

E’ triste! Non voglio che mio figlio… beh, non ho figli, per quanto ne so…
ma se avessi un figlio non voglio che mi aspetti a casa
voglio stare con lui. E se la tua famiglia vuole andare da qualche parte
prendi il tuo portatile e vai. Non hai un capo a cui chiedere le ferie
vai e basta. Questi sono vantaggi molto buoni!

Vediamo se ce ne sono altri.. no, ho detto più o meno tutto.
Certo, voi potete trovare altri aspetti, e come vi ho detto, questo seminario
non parla di nomad working. Forse fa per voi, forse no.
Ci sono lati “neutri”. Li chiamo neutri perchè per qualcuno possono essere positivi
per altri negativi. “Imprevedibilità‘”, non sai mai quello che succederà dopo
Per qualcuno questo è male, per me è un bene. Decidete voi cosa pensate dell’imprevedibilità, io non dirò altro.

Ci sono anche lati molto molto negativi e per dirveli, vi racconto una storiella.
Ero in Rio de Janeiro, a Copacabana.
Ero in un ostello, io adoro gli ostelli, si incontrano cosi’ tante persone e cose diverse.
Stavo lavorando li, e avevo una consegna imminente. Capita poco spesso ma in quel periodo avevo una consegna
quindi, visto che avevo fatto un sacco di festa nei giorni precedenti…
Organizzazione del tempo, un altro vantaggio del nomad working.
Dato che avevo fatto molta festa nei giorni precedenti ero un po’ in ritardo con il lavoro quindi decido di stare a casa.
Era mercoledì, giovedì, non ricordo, ma ogni giorno a Rio va bene per fare festa
Quindi ero li, con il mio portatile, quando con la coda dell’occhio vedo due paia di tacchi alti così,
attaccati alle gambe più lunghe che avessi mai visto…
-Era svedese!- Tedesca, quasi!
Era una ragazza bellissima, faceva parte del gruppo dell’ostello
l’avevo già incontrata ma eravamo in spiaggia
non l’avevo mai vista così ben vestita
era incredibile, gente! Era splendida!
E mi dice: “Francesco, usciamo, vieni con noi?”
“Mi dispiace, devo lavorare! Sono veramente dispiaciuto!”
“Oh, per favore! Fallo per me!”
“Tu non puoi capire QUANTO sono dispiaciuto, ma sono veramente in ritardo! Devo proprio lavorare!”
“Ok…” e se n’è andata, e io la stavo guardando così…
-E’ italiano, ragazzi…-

L’auto disciplina e’ una bastarda! Questo e’ l’unico lato negativo del nomad working.
Dovete essere molto disciplinati, perchè se viaggiate, se andate in posti in cui
ci sono tante distrazioni, è molto difficile rimanere concentrati
ma questo è probabilmente l’unico lato negativo a cui riesco a pensare.
E’ questo è più o meno tutto.

Ok, questi sono i lati pratici del nomad working, vi può piacere come no.

Come vi ho detto, questo seminario non parla di soldi nè di nomad working. Parla del motivo per cui io sono qui.
Potete trovarlo utile o meno.

Lo scopo della vita

Torniamo a questo “giro del mondo” e questa esperienza che cambia la vita.

Il nomad working è stato una conseguenza di questo fatto
Ero in un ritiro di meditazione in un tempio
prima che lo pensiate, questa non e’ una esperienza religiosa
e non riguarda nemmeno la meditazione, perchè non sono per niente bravo a meditare.
Ma quello era l’ambiente: ero li’.
Ero li’ in una condizione mentale molto particolare.
Ero senza pensieri ed estremamente concentrato in me stesso.
Quindi il ritiro di meditazione e’ stata solo la scusa.
Quello che successe è che un ragazzo, che era al ritiro con me
venne da me, conversammo un poco, e mi chiese se poteva farmi una domanda
“Certo, dimmi!”
“Quale pensi sia lo scopo della vita?”
“Scusami?! Mi hai appena fatto la domanda che ha impegnato i filosofi per millenni?
Cosi’? Come se mi avessi chiesto se volevo uscire per una birra?”
Si, me lo chiese. Mi chiese: “Quale pensi sia lo scopo della vita?
E quello che successe, per mia stessa grande sorpresa e’ che risposi.
Ora, prima che vi emozionate, non vi diro’ qual’e’ lo scopo della vita
come in quei film, quando dicono: “Ah, la Verita’ e’…”
e poi arriva la pubblicità che interrompe tutto ma ho scoperto qualcosa, e questa e’ la parte che credo sia importante condividere.
Ho dato una risposta, e risposi a quel ragazzo: “Questa domanda non ha senso ora
“Non ha senso farsi questa domanda adesso”
Perche’? Ho bisogno di uno strumento per spiegarlo
Arriva direttamente da casa di Damiano.
Ogni italiano dovrebbe averne uno.
Voi sapete tutti che cos’e’, no? E’ un apribottiglie
Qui in Svezia un sacco di gente beve molto!-
Certo, quindi sapete tutti cos’e’…
Immaginate di non aver mai visto un oggetto del genere prima
Non sapete dell’esistenza di questo oggetto
Siete alieni o qualcosa di simile.
E non conoscete nemmeno che cos’e’ un tappo di sughero
o una bottiglia. Non sapete niente di queste cose.
E chiedo a lui: “Damiano, quale pensi sia lo scopo di questo oggetto?”
“Come posso saperlo? Non ce l’ho nemmeno in mano
E’ coperto! Quindi, cosa fareste?
Voi siete persone ragionevoli, siete persone di intelligenza
Cosa fate? Primo: prendete l’oggetto nelle vostre mani
e lo scoprite. No, non ho ancora idea di cosa sia.
Ricordate: non lo avete mai visto prima.
Quindi cosa fate? Iniziate ad analizzarlo, lo muovete
lo guardate, lo toccate. No, non credo sia fatto per volare.
In pratica quello che fate e’ acquisire conoscenza su questo oggetto
ma ancora non ha un senso, perchè vi mancano altri pezzi di informazioni
Quindi iniziate a interagire, secondo me. Sbatterlo in giro
No, è troppo complesso per produrre solo del rumore, deve essere qualcos’altro
Forse trovate un bicchiere d’acqua. No, non funziona come cucchiaio
Beh, questo e’ un indizio! Non funziona come cucchiaio
quindi, in caso trovaste un altro bicchiere con the, o birra
potete evitarlo, perchè sapete già che non funziona con i liquidi
quindi interagite, guardate, e per caso potreste trovare… un pezzo di legno!
Wow! Forse questo è un meccanismo di perforazione e potete spingerlo dentro al legno!
Non lo faccio altrimenti ti licenziano…
Beh, e’ un indizio! Questo potrebbe essere un meccanismo di perforazione!
Certo, non credo sia fatto per perforare una finestra
ma ha senso, più che usarlo come cucchiaio!
Allora usate questi indizi per cercare qualcosa, e un giorno su un tavolo, trovate un tappo di sughero!
Wow, perfetto! Forma perfetta, materiale perfetto, entra perfettamente qui dentro.
Si, sono sulla strada giusta! Pero’, non so ancora a cosa serve il tappo, accidenti!

Ma allora, continuate a seguire questi indizi e un giorno potreste trovare la bottiglia
con il tappo ancora dentro, e allora vedete che il collo della bottiglia è perfetto per questo
e… voilà! Aprite la bottiglia! E bevete, ovviamente in pratica godete della scoperta fatta.
Perchè vi sto dicendo questo? Perchè quando una persona
ti chiede: “Qual’è lo scopo della tua vita?”, ti sta in pratica chiedendo
Cos’è la felicità?“. Questo è qualcosa in cui io credo
Lo scopo della vita e la felicita’ sono fortemente legati tra loro
perche’ quando sei felice, non ti senti come stessi perdendo qualcosa
sei soddisfatto. Questo è quello che credo
Lo scopo della vita e la felicita’ sono fortemente connessi.
Quindi, se qualcuno mi chiede cos’è lo scopo della vita, o cosa mi rende felice
Rispondo: “Non lo so! Non lo so perchè non mi conosco abbastanza”.
Perchè quel giorno in cui ho parcheggiato la macchina e iniziato a piangere
senza ragione, era qualcosa che non conoscevo di me
che potevo piangere per chissà quale motivo
Io penso che la maggior parte di voi non si conosce cosi’ bene
da sapere esattamente cosa pensate, quando, come, giusto?
C’e’ qualcosa che vi manca ancora.
Quindi, prima cosa: prendete la vostra vita in mano.
Questo e’ quello che ho fatto.
La spogliate, dai pregiudizi e dai preconcetti
da tutto quello che vi e’ stato detto, come “devi andare a scuola, laurearti, etc”
liberatevi di tutto quello che non viene direttamente da voi
in questo modo potete avere un’idea precisa di cosa avete in mano: la vostra vita.
Ma questo non e’ abbastanza, avete bisogno di più informazione
perchè voi non siete isole, avete bisogno di interagire con qualcosa
avete uno scopo! Beh, se credete di averlo, non tutti sono d’accordo con questo
ma se credete di avere uno scopo, deve esserci qualcosa attorno a voi
che funziona bene. Quindi cominciate a “sbattere” in giro.
No, non funziona. Lo uso come un cucchiaio: no, non funziona.

Sei felice?

Che cosa significa “funzionare o meno” nella vita?
In questo caso, una frase del Dalai Lama mi aiuta.
Io non sono una persona religiosa, ma credo che il Dalai Lama
sia una persona saggia e buona. Non penso alla politica o alla religione adesso
Solo come persona, penso sia un brav’uomo.
Ho una sua frase sul retro di questa maglietta
Dice una cosa molto semplice: “Per essere felici nella vita
dovete scoprire le cose che vi rendono felici a lungo termine e coltivarle
e scoprire le cose che vi rendono infelici a lungo termine, e allontanarle.
Sono quattro fasi: scoperta, e azione.
Quello che sto facendo qui e’ esattamente questo: suggerisco la scoperta
andare in giro a cercare le cose che funzionano o meno
cioe’ le cose che vi rendono felici o meno
anche piccole cose: “sono felice se cammino nel parco la domenica mattina”
Bene, fallo! e fallo ogni domenica mattina!
Perchè ti renderà felice a lungo termine.
Ma dopo aver trovato questi indizi, dovete agire, dovete seguirli
Io, ho sempre saputo che amavo la natura, e sono finito a lavorare in fabbriche
e mi sono stressato, mi sono ammalato… che sorpresa!
Stavo deliberatamente ignorando un indizio sulla mia vita
perchè questo e’ quello che la società normalmente ci fa fare
ti insegnano alcune regole comuni che possono, o non possono, essere applicate su
di te ma sono istruzioni generiche, per gente generica! Voi non siete generici!
Ognuno di voi e’ differente, non siete generici!
Quindi avete bisogno di istruzioni specifiche, e dovete trovarle da soli.
Quindi se state… ignorando i vostri indizi vi state facendo del male
Quindi: ricerca e azione. Come fate a sapere se qualcosa va bene per voi?
Sensazione di pancia“, istinto, chiamatelo come vi pare
La pancia vi dice sempre se state bene o no, se siete felici o meno
Quindi usate la pancia come un “sensore”, e il vostro ragionamento per agire.
Io so che mi piace la natura, quindi devo passare la maggior parte del tempo
in mezzo alla natura, e non in fabbrica ed e’ per questo che ho trovato questo tipo di posti.
Questo era un altro “ufficio”, durante un altro viaggio, in Patagonia.
E questo era in Svezia! Quello e’ il mio “ufficio” adesso, in questo viaggio.
Potete vedere questa macchina parcheggiata qui fuori.
Stavo lavorando da li! E, senza sorpresa, ero molto più felice, in confronto alle fabbriche
Sto seguendo i miei indizi e la mia speranza e’ che continuandolo a fare
sistematicamente, troverò il mio “tappo”, e poi la mia “bottiglia”
e poi potrò aprirla. Quando avrò finito tutto il processo,
avrò scoperto il mio scopo nella vita quindi la domanda si e’ già risposta da sola.

E’ per questo che chiederselo tre anni fa non aveva senso
perchè non c’erano informazioni!
Come è collegato questo al nomad working?
Questa e’ stata una mia scelta, a me piace viaggiare
ma penso anche che viaggiare sia un modo perfetto
per trovare situazioni imprevedibili, e io credo che voi sappiate
che in un sistema imprevedibile c’e’ molta informazione
mentre in un segnale completamente prevedibile
non c’e’ nessuna nuova informazione per voi, vero?
Quindi, in un giorno completamente o molto prevedibile non c’e’ molto da imparare
Quindi se fate tutti i giorni sempre le stesse cose non c’e’ molto che potete imparare
mentre, se viaggiate… questa e’ una scelta, ce ne sono altre… ma se viaggiate
vi mettete in situazioni molto imprevedibili.
Questo seminario era imprevedibile per me quindi sto imparando molto, anche in questo momento.
Poteva essere imprevedibile anche per voi.quindi anche voi imparate tanto. Possono piacervi come no
ma ci sono sicuramente nuove informazioni per voi.
Viaggiare e’ un modo molto efficiente di lanciarmi in situazioni imprevedibili
e in pratica sto “sbatacchiando il mio apribottiglie più velocemente”
doppio senso non intenzionale
…beh… più o meno…
In pratica sto recuperando informazioni più velocemente
seguendo indizi, perchè credo che questo
mi condurrà alla fine al bene più grande di tutti:
il mio scopo nella vita e la mia felicita’.

Trovare il coraggio

Siamo alle conclusioni.
Questa non e’ la verità. Questa e’ la mia verità
che condivido con voi, perchè spero veramente
che possiate trovare qualcosa di valore per la vostra vita
In caso succedesse, vi dico che la maggior parte delle volte
in cui racconto a qualcuno questa storia, o la mia storia
una delle parole che sento più di frequente e’ “coraggio
Mi dicono: “sei stato cosi’ coraggioso a fare quello che hai fatto
o “Non ho il tuo coraggio”. Sempre la stessa parola
E penso: no, non e’ coraggio. Questo non e’ assolutamente coraggio.
Ve l’ho detto, un giorno mi sono svegliato ed erano passati tre anni
e avevo rughe sulla pelle, capelli bianchi, meno capelli
nessun ricordo. Ero chiuso in una prigione che cominciava
il lunedi mattina e finiva il venerdi sera
un lunedi mattina che arriva troppo presto
e un venerdi sera che non arriva mai
e da venerdi sera a lunedi mattina devi divertirti
perche’ non hai altra scelta!
Lavori undici mesi della tua vita, e poi devi chiedere umilmente le ferie
che ti possono anche essere rifiutate!
Io ero terrorizzato da questo! Ero terrorizzato!
Era una prigione, la vita mi stava scivolando tra le dita come sabbia
non puoi riprendere la sabbia una volta che e’ caduta!
Non puoi riprenderla!
Ero terrorizzato, pietrificato dalla paura.
Certo, mi potete dire che per tagliare tutti i legami… voi avete gia’ fatto qualcosa di simile
e iniziare qualcosa di completamente diverso, si ha bisogno di un po’ di coraggio.
Certo, un po’ ne serve.
Ma io vi dico: ve ne serve molto di più per stare esattamente dove siete quando non siete felici li.
Avete bisogno di molto coraggio per quello, io non ne avevo.
Non si parla di essere coraggiosi per affrontare l’ignoto
si parla di avere paura di affrontare quello che si conosce gia’ perfettamente.
Quindi, se qualcosa si e’ mosso dentro di voi per quello che ho detto
e lo spero veramente, e state pensando:
“Non ho il coraggio di quest’uomo”
Per favore, non chiedetevi se avete abbastanza coraggio.

 

Chiedete a voi stessi se avete abbastanza paura.
Grazie.

 

Il suo discorso in inglese:

YouTube video

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sulla strada giusta libro